Economia, Italia vs Germania. Prendendo spunto da un suggerimento di un nostro follower, abbiamo cercato di approfondire un confronto macroeconomico tra Germania e Italia. Nei giorni scorsi molti nostri follower hanno visualizzato la notizia sul saccheggio della Grecia, e quindi è opportuno anche valutare quello che accade in Italia. Senza la presunzione di essere esaustivi, abbiamo messo a confronto i dati economici degli anni che vanno dal 2001 al 2015 ovvero dopo la creazione dell’Unione Monetaria Europea.
Il primo indicatore che si vuole mettere sotto la lente d’ingrandimento è il PIL ovvero il Prodotto Interno Lordo. Questo indice ci parla di tutti i beni e servizi prodotti nel paese di riferimento in un dato periodo di tempo.
Confrontando il Pil procapite tra Italia e Germania ci si accorge del divario di crescita tra i due paesi.
Nei dati si passa dall’86% del 2001 al 76% del 2015. Un -10% che ci indica lo stato della crescita dei due stati. Facendo un’analisi asettica, diremmo che la Germania cresce di più dell’Italia ed ha tratto vantaggio dall’ingresso nell’Unione Monetaria.
Ancora più impietoso è il confronto dei due paesi per quanto riguarda i due parametri di Maastricht sul rapporto Debito/Pil e Deficit/Pil.
L’Italia pur crescendo di meno, ha un debito pubblico in valore assoluto quasi simile a quello della Germania. Tuttavia, avendo un PIL più basso, l’indice dato dal rapporto debito/pil sfora i parametri di Maastricht. Questo suggerirebbe due politiche economiche per l’Italia: o una politica di riduzione del debito (che è l’unica strada imposta dall’Unione Europea) o una politica di sostegno del Pil. A nostro avviso le politiche di austerità non agevolano la crescita dell’Italia. Anzi, come si può vedere dalle tabelle, la peggiorano. Ma non tutti traggono peggioramento da questa situazione. La Germania, infatti, ha ridotto il suo rapporto Debito/Pil proprio perchè ha un prodotto interno lordo in crescita. Il paese della Merkel, prima dell’ingresso nell’UE, aveva bassi tassi di interesse, un cambio ed un economia forte, questa base di partenza ne ha sicuramente agevolato lo sviluppo.
L’Unione Europea quindi dovrebbe agevolare le nazioni “in ritardo” come l’Italia. Quello che accade è che, col passare del tempo, ci siano due velocità. La Germania trae vantaggio dalle politiche di austerità e da questa Unione Europea che pone vincoli di bilancio ma non sostiene la crescita di tutti (e sottolineo) tutti gli stati membri.
Chiude il confronto economico tra Italia e Germania, l’indice di disoccupazione. Dall’ingresso nell’Unione Europea, il tasso di disoccupazione in Italia è aumentato e continua ad aumentare mentre in Germania rimane stabile. Segno che l’economia tedesca regge, quella italiana, invece non riesce a sostenere l’occupazione.
Da questo confronto emerge che le politiche della Merkel ed il suo peso in Europa, oltre a consentirle di fare shopping all’estero, sta impoverendo nazioni fondatrici dell’Unione Europea come l’Italia. Un’argomento di discussione per i nostri europarlamentari e governi che devono indirizzare la propria azione partendo da queste semplici analisi.
Cambierà qualcosa nei prossimi anni? Se le basi restano queste, pensiamo proprio di no.